Télesma n°1
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Télesma n°1
Strange Foreign Bodies
Nylon, poliestere, ceramica, vino, trucco, legno, ferro, cotone, tulle, lino / Nylon, polyester, ceramic, wine, makeup, wood, iron, cotton, linen, tulle
2024
Stiamo attraversando un'epoca di profonda oscurità, segnata dalle guerre e dalle tragiche perdite dei migranti in mare, oltre che dai femminicidi (in Italia, uno ogni tre giorni). I social media ci sommergono costantemente con immagini di corpi devastati e sofferenti, accompagnate da richieste d'aiuto e lamenti di disperazione. In questo contesto, ci ritroviamo a confrontarci con la fragilità della vita, costantemente esposti alla nostra vulnerabilità e incerti del nostro futuro.
Corpi.
Corpi feriti, sviscerati, ribelli, non conformi.
Corpi su cui spesso ci si sente autorizzati a giudicare, a possedere, o addirittura a eliminare.
Corpi che, in questo tempo, emergono come luoghi di resistenza ed esistenza, sfidando le norme sociali e politiche del nostro tempo.
Il corpo non è soltanto una somma di parti anatomiche, ma un luogo di confine, un confine tra il nostro io e il mondo esterno. Nonostante la sua centralità nella nostra esperienza umana, il corpo rimane in gran parte enigmatico e inafferrabile, sfuggendo ai nostri tentativi di comprenderne appieno la complessità. Ricerchiamo un significato dietro le sue funzioni fisiologiche, ci interroghiamo sul perché il nostro corpo sia plasmato in questo modo e su cosa significhi davvero essere corporei.
In un mondo in cui la tecnologia e la scienza ci permettono di esplorare sempre più a fondo l’organismo che abitiamo, ci troviamo ancora di fronte a un profondo senso di meraviglia e incertezza davanti alla nostra stessa corporeità, alla sua delicatezza e alla sua potenza inspiegabile.
Il corpo si manifesta come una possibilità di estensione e di espansione nello spazio, una soglia e un limite simultanei. La sua pelle, il suo tessuto, le sue funzioni sono costantemente esposte alla fragilità dell'esistenza umana, vulnerabili alle malattie, ai traumi e alle imperfezioni. È un terreno di memoria e di esperienza, un luogo di significato e di bellezza che ci connette agli altri e al mondo che ci circonda.
Questi concetti sono emersi come fulcro della ricerca più recente di Camilla Marinoni, un'esplorazione nata dalla lettura dei testi del filosofo Jean Luc Nancy e del filosofo della biologia Telmo Pievani. Durante i tre mesi di residenza, Marinoni ha creato una serie di lavori che spaziano dall'ambito scultoreo a quello installativo. Intrecciando tessuto e ceramica, ha combinato materiali naturali quali cotone, lino, legno e ferro, insieme a elementi organici diventati consuetudine per l'artista, come il vino e il trucco. Inoltre, ha arricchito i lavori con una nota di intensità viscerale, mediante l'utilizzo di un calco in gesso dello stomaco di un bovino, contribuendo così a enfatizzare la profondità emotiva delle sue sculture.
Quello che Camilla Marinoni vuole evidenziare con “Strange foreign bodies” è l'evocazione di un corpo scrutato da vicino, nelle sue fessure e nelle sue molteplici forme. È uno sguardo che si propone di superare l'enigma dell'impenetrabilità del corpo, di esplorare gli aspetti insondabili della natura e di scoprire le tracce di vita che lo attraversano.
EN
We are currently experiencing a period of profound darkness, characterized by ongoing wars, tragic losses of migrants at sea, and the alarming rate of femicides (in Italy, one every three days). Social media inundates us with images of devastation and suffering, accompanied by cries for help and expressions of despair. In this context, we are confronted with the fragility of life, perpetually aware of our vulnerability and uncertain about our future.
Bodies.
Wounded, eviscerated, rebellious, and non-conforming bodies.
Bodies that we often feel entitled to judge, possess, or even eliminate.
In this era, bodies emerge as sites of resistance and existence, challenging the social and political norms of our time.
The body is not merely a sum of anatomical parts but a boundary, a threshold between ourselves and the external world. Despite its centrality in our human experience, the body remains largely enigmatic and elusive, evading our attempts to fully comprehend its complexity. We seek meaning behind its physiological functions, questioning why our bodies are shaped this way and what it truly means to be embodied. In a world where technology and science enable us to delve ever deeper into the organism we inhabit, we still find ourselves confronted with a profound sense of wonder and uncertainty regarding our own corporeality, its delicacy, and it's inexplicable power.
The body manifests as a possibility of extension and expansion in space, simultaneously a threshold and a limit. Its skin, tissue, and functions are constantly exposed to the fragility of human existence, vulnerable to diseases, traumas, and imperfections. It serves as a terrain of memory and experience, a site of meaning and beauty that connects us to others and the world around us.
These concepts have emerged as the focal point of Camilla Marinoni’s most recent research, inspired by the texts of philosopher Jean Luc Nancy and biologist philosopher Telmo Pievani.
During the three-month residency, Marinoni produced a series of works encompassing sculptures and installations. Intertwining fabric and ceramics, she blends natural materials such as, cotton, linen, wood, and iron with organic elements familiar to the artist, such as wine and makeup. In addition, she enriched the artworks with a note of visceral intensity by incorporating plaster casts of bovine stomachs, thereby emphasizing the emotional depth of her sculptures.
Through the project, "Strange Foreign Bodies”, Camilla Marinoni evokes a body observed up close, with its crevices and multiple forms laid bare. It is a gaze that seeks to transcend the enigma of the body's impenetrability, to delve into the unfathomable aspects of nature, and to uncover the traces of life that course through it.