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Survivors?

Vino su tela, garza, filo di cotone e cera

Sei quadri 50x50 cm

Ecoline, vino, inchiostro e matita su tela; ecoline, vino, inchiostro, cartavelina e cera su carta cotton 100%

10x10 cm; 20x10 cm; 22x16 c; 17x15 cm; 20x15 cm; 15x15 cm

“La morte può essere letta solo nel volto dell’altro […] la morte dell’altro mi lascia vivo”

 

Umberto Galimberti (Il corpo)

 

Nove quadri e tre disegni fanno parte di questa serie realizzata durante il lockdown della primavera del 2020.

I mesi vissuti per la pandemia sono stati molto dolorosi e con grandi conseguenze emotive,  economiche e di gravi perdite, sia di famigliari che di lavoro.

Avevo intitolato questo lavoro Survivors, senza il punto di domanda, perché mi sentivo una sopravvissuta rispetto a quanto era accaduto.

Il virus mi ha solo sfiorato fisicamente, mi ha colpito molto emotivamente e a livello lavorativo ma nonostante ciò mi sentivo di essere “salva”.

Successivamente, parlando con parenti, amici e persone con famigliari vittime del Covid, ho capito che nessuno è sopravvissuto e che tutt'ora non è solo il virus a mietere vittime ma anche le condizioni economiche difficilissime in cui ci troviamo.

Questo evento, in maniera più o meno forte ha quindi colpito tutti gli essere umani. 

Una delle immagini che più avevo in mente durante il mese di marzo era la danza macabra: una file di persone accompagnate ognuno da suo scheletro verso la morte che trionfa sul mondo. Ho iniziato così a dipingere dei ritratti, inizialmente singoli e poi doppi.

Doppi come il nostro io e la nostra morte, che non ci lascia mai e che arriva all’improvviso.

Ecco quindi il dubbio. Davvero siamo dei sopravvissuti?

Di noi rimarranno poche tracce, frastagliate, nella memoria di chi vorrà ricordare.

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