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Né alle mani, né agli occhi

NÈ ALLE MANI, NÈ AGLI OCCHI

a cura di Ida Terracciano

Inaugurazione sabato 1 marzo 2014 ore 18.30

dall'1 al 22 marzo 2014

Studio/Galleria Galgarte - Bergamo

Lo spazio dello Studio Galleria Galgarte di Bergamo ospita il progetto espositivo “Né alle mani, né agli occhi “ di Camilla Marinoni.

La mostra affronta i temi dell’assenza e della presenza confermando l’originalità di un percorso di ricerca cui l’artista si è predisposta negli ultimi due anni. La complessità del progetto si riflette attraverso l’impiego estremamente articolato dei materiali e dei linguaggi visivi, spaziando dal video alla ceramica, dal tessuto-manufatto all’installazione. Questa scelta operativa e narrativa corrisponde alla necessità di approfondire le mutevoli condizioni in cui queste dimensioni si affacciano nell’esistenza umana. Infatti, la relazione tra “assenza e presenza” non si articola solo attraverso il vissuto autobiografico dell’artista, ma si estende dalla dimensione sociale a quella etica, da quella culturale a quella politica.

Le opere in mostra attraversano i diversi sistemi di significato e di valore legati alla mancanza affettiva ed esistenziale che passa dalla condizione individuale a quella collettiva e si propone proprio nella sua estrema verità come dimensione autentica di decantazione in grado di restituire l’essenza dei valori e della memoria fino a diventare presenza.

Ad aprire il percorso espositivo è l’installazione “Missed flight” costituita da un insieme di gabbie, alcune vuote e altre che contengono elementi dalle forti connotazioni iconografiche; sono presenti i libri quali attestazione della memoria e dell’esperienza culturale, le piante dalle radici capovolte, che invertono simbolicamente l’elemento generato e il generante, e ancora il denaro, presentato in “pezzi grandi e piccoli”, le fotografie di viaggi e di luoghi lontani e familiari.

Una considerazione a parte merita l’opera “Risveglio” in cui il vestito si mostra nella sua solitudine, e quindi “disabitato” dalla figura femminile; un manufatto indicativo della componente autobiografica dell’artista.

Anche la dimensione del paesaggio è affrontata da Camilla Marinoni e si sviluppa attraverso tre tele racchiuse nel ciclo “Pensiero-paesaggio”; lungo le superfici il colore bianco e quello rosso accompagnano il condensarsi materico del filo attraverso ricami, cuciture e interventi aggiuntivi portati sulla tela, testimoni di dimensioni interiori, ricordi, apparizioni affettive. Questo ciclo si pone in relazione con un’ulteriore triplice concezione espressiva e titolata “Entro”; si tratta di lavori di piccolo formato in cui il filo configura coppie di cuori umani racchiuse da strutture geometriche.

All’interno della mostra assume un particolare valore simbolico l’opera “E poi è febbraio” in cui delle ciotole di ceramica inserite all’interno di una struttura, rivisitano il sistema di significazione del “Quadrato Magico” con il quale si restituisce il numero ventotto. Il valore simbolico del numero è espressione dell’unità primordiale rappresentata nel primo verso della Bibbia composto per l’appunto da ventotto lettere.

Si pone in un rapporto dialogico con il materiale osservato l’istallazione Kenosis caratterizzata dalla presenza di otto “crocefissioni” cui si aggiunge una cornice vuota; la sottrazione del “Cristo” dall’immagine codificata, la sottolineatura dello spazio vuoto, ci conduce attraverso il sistema della serialità alla cultura dell’arte sacra.

Il video “Acqua-Maria” realizzato nel 2011, testimonia in maniera esemplare il valore che Camilla Marinoni, attraverso la dilatazione del tempo, affida alla visualizzazione delle sue emozioni. Lo sguardo entra, infatti, direttamente nel rapporto con il paesaggio per estendersi nella condizione liquida del pensiero e ricevere sollievo della cancellazione del peso fisico proprio della realtà.

Il percorso espositivo risulta quindi complesso sia sul piano dei temi affrontati sia su quello della varietà dei linguaggi e dei supporti utilizzati; un’articolazione ‘ricucita’ dalla forte e coerente volontà poetica di Camilla Marinoni, percepibile in tutte le sue sfumature e problematiche solo attraverso una lettura che si dispone a un confronto e a una frequentazione autentica.


Rita Terracciano


Durante l'inaugurazione si è tenuto un reading di scritti e poesie scelte sul tema dell'assenza.

Lettori: Sergio Cortesi ed Erica Bianchi

Musiche: Jodi Pedrali

Fotografie: Laura Marinoni


I lavori presenti in mostra sono:

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